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Lamento di Arianna

Descrizione

Lamento di Arianna è stato realizzato durante il mio secondo anno accademico. Nasce concettualmente da una Poesia di Friedrich Nietzsche, con lo spirito e l’approccio al materiale del 2009.

Il tempo circolare del Mito, l’Eterno Ritorno. Arianna per Nietzsche rappresenta l’Eterno Ritorno, tema fondamentale nel pensiero del Filosofo tedesco.

Nessuna donna, nessuna Dea ebbe tante morti come Arianna. Abbandonata sull’isola di Nasso, Arianna fu trafitta da una freccia di Artemis, per ordine di Dioniso, testimone immobile; ovvero, Arianna si impiccò a Nasso, dopo essere stata abbandonata da Teseo; ovvero, incinta di Teseo e naufragata a Cipro, vi morì nelle doglie; ovvero, Arianna fu raggiunta a Nasso da Dioniso e da allora lo seguì nelle sue imprese, come un’amante o come un soldato: quando Dioniso attaccò Perseo nella terra di Argo, Arianna lo seguiva armata, fra le schiere delle folli baccanti, finchè Perseo scosse nell’aria dinanzi a lei il volto micidiale di Medusa e Arianna fu pietrificata.

 

Friedrich Nietzsche
Lamento di Arianna
Chi mi riscalda,chi mi ama ancora?
Datemi mani calde!
Datemi bracieri per il cuore!
In brividi, a terra,
come una mezza morta cui si strofinano i piedi-
scossa, ah, da ignote febbri,
tremante sotto gli aguzzi dardi del ghiaccio,
braccata da te, pensiero!
Innominabile! Velato! Orrifico!
Tu cacciatore dietro le nubi!
Stroncata dal tuo fulmine,
tu occhio irridente che dal buio mi fissi!
Eccomi qui
Che mi piego, mi torco, in preda
a ogni eterno martirio,
da te colpita, spietato cacciatore,
tu dio-ignoto...
Colpisci più a fondo,
colpisci un’altra volta!
Trapassa, fa’a pezzi questo cuore!
A che pro martirizzarmi
Con dardi spuntati?
Cosa guardi di nuovo,
del tormento degli uomini mai sazio,
con occhi-fulmine, con la gioia malvagia degli dei?
Non vuoi uccidere,
vuoi solo martirio, martirio?
E perché – da me,
dio ignoto pieno di gioia malvagia?
Ah sì?!
T’accosti di soppiatto
In questa mezzanotte?...
Che vuoi ?
Dillo!
Tu m’incalzi, mi schiacci-
Ah, già troppo vicino!
Mi senti respirare,
tendi l’orecchio al mio cuore,
sei invidioso!
-ma invidioso di che?
Via,via?
Perché ora prendi la scala?
Vuoi entrare,
nel cuore, calarti,
calarti nei miei
più riposti pensieri?
Senza pudore! Ignoto! Ladro!
Che vuoi sottrarre,
che suoni vuoi afferrare, cosa strapparmi sotto tortura,
torturatore!
Tu, dio-giustiziere!
Oppure dovrei come un cane
rotolarmi davanti a te
Arresa, in estasi fuori-di-me,
scodinzolando-dirti quanto  ti amo!
Invano!
Continua a colpire,
pungiglione spietato!
Non sono un cane-sono la tua selvaggina,
cacciatore spietato!
La tua più orgogliosa prigionieria,
predone dietro le nubi...
Parla infine!
Tu cinto di fulmini! Ignoto! Parla!
Che vuoi, tagliaborse, da-me?
Come?
Un riscatto?
E quanto riscatto?
Chiedilo alto-ti consiglia il mio orgoglio!
E falla breve-ti consiglia l’altro mio orgoglio!
Ah sì?!
È me-che tu vuoi? Me?
Me-intera?...
Ah sì?!
E mi martirizzi, giullare che sei,
fai a brani il mio orgoglio?
Dammi amore-chi mi riscalda?
Chi mi ama ancora?-
Dammi mani calde,
dammi bracieri per il cuore,
da’ a me, sola come nessuno
cui il ghiaccio, sette strati di ghiaccio,
fa sognare di avere nemici,
perfino nemici,
dammi, consegna,
nemico spietato,
a me-te stesso!...
Via di qui!
Ed ecco, da sé è fuggito
Il mio unico compagno,
il mio grande nemico,
il mio ignoto,
il mio dio-giustiziere!...
No!
torna indietro,
con tutti i tuoi martirii!
Le mie lacrime
corrono a te
e l’ultima fiamma del mio cuore
si erge per te.
Oh torna indietro,
mio dio ignoto! mio dolore,
mia estrema felicità!...
-un lampo. Appare Dioniso in uno splendore di smeraldo-
Sii saggia, Arianna!...
Tu hai orecchie piccole, hai le mie orecchie:
mettici una parola saggia-!
Se ci si vuole amare non si deve forse prima odiarsi?...
Io sono il tuo labirinto...

 

Teseo, il filo, Dioniso, il vino e ciò che lo preserva: il tappo di sughero. In questi due uomoni si ripete un solo uomo che continua a tradirla mentre lei continua a lasciarsi abbandonare.

Mi sono abituata ad amare per sempre un uomo.
(Questo passo l’ho sempre paragonato alle parole di Ines Morigi Berti: nella vita puoi avere solo una passione, perchè devi dedicarti a lei, totalmente.)
Quella capacità di amare per sempre è una condanna, le impedisce ogni speranza di sfuggire al suo cerchio, alla sua pazzia.
Ho pensato ad Arianna e nella mia mente ho trasfigurato il suo dolore cercando di dargli un volto. Il Lamento è pieno di rabbia e spesso questa collera ha bisogno di essere sfogata.. Un dispetto: tagliare i tappi di sughero.
Ma poi, come recita Nietzsche: Oh torna indietro,

mio dio ignoto! Mio dolore, mia estrema felicità!…

E vedo Arianna che fa un gesto d’Amore e ricuce con ago e filo la di- sfatta. Questo è per me il rito, la catarsi di Arianna.

Il sughero viene trattato in maniera differente in confronto a Batta- glia: mentre prima veniva tagliato e la composizione consisteva nel suo assemblaggio su malta, in Lamento di Arianna viene ricucito su sé stesso, senza l’uso di collanti di varia natura. Un mosaico eco- logico, se così si può definire, dove la sua installazione -che non è pensata per essere addossata a un muro, ma sospesa per provocare una leggera vibrazione dovuta allo spostamento dell’aria- determina un nuovo salto concettuale della mia sperimentazione musiva: l’interstizio non è più la materia che si trova tra una tessera e l’atra, diviene spazio vuoto -tema che tornerà spesso nei miei lavori- dove si intravede la luce. Importante è stato Lucio Fontana con la sua Attesa, con le sue Attese e con le Venezie -le Venezie, secondo me, rimangono tutt’oggi il primo mosaico minimalista nella storia del mosaico, tecnicamente parlando. Di uguale importanza è stato Alberto Burri; là dove Fontana tagliava Burri ricuciva la ferita. Come dicevo, non è più mosaico a parete, tuttavia nemmeno scultura: diviene installazione con la quale l’osservatore può interagire, toccare. E’ pensato come rosone gotico, deve essere visto nella sua doppiezza, deve passare la luce, la verità, la costellazione che ora è Arianna lassù, nel cielo.

 

Lamento di Arianna è stata selezionata ed esposta per Mosaici dal Mondo, nell’ambito di Ravenna Mosaico 2009 presso la chiesa di San Domenico, con testo critico.

http://www.ravennamosaico.it/ita/Edizione-2009

E’ anche apparsa in un articolo su una rivista americana specializzata in mosaico:

http://www.americanmosaics.org/pdffiles/groutline-spring2010.pdf
Lamento di Arianna

Tappi di sughero e filo di cotone | 1 metro di diametro

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